Quando ero piccolo, e mi cadeva una caramella a terra, prima di metterla in bocca dovevo soffiarci sopra. Così mi avevano insegnato. Per togliere la polvere, o i microbi, credo, o per allontanare qualche altro spauracchio di mia madre. Se ci ripenso mi viene da ridere: bastava il soffio di un bambino.
Altri tempi.
Chissà che sapore avrebbe avuto, la caramella caduta a terra, senza il mio intervento riparatore? Mai avuto abbastanza gusto per l’avventura da abbandonarmi al rischio, per scoprire magari qualcosa di nuovo. Ho sempre preferito restare entro i confortevoli confini di quello che sapevo con sicurezza. Fosse pure la mia piccola sicurezza di bambino.
Vorrei avere ancora oggi quel potere. Devo averlo perso, dimenticato con gli anni e la solita maturità, o invece è proprio così che deve andare, e ce l’hanno solo i bambini. Fatto sta che non funziona più, ci ho provato, ma non funziona. Ho bisogno di qualcuno che mi soffi sul cuore. Lo sento impolverato, sporco, come se mi fosse caduto a terra, e me lo fossi dimenticato là. I suoi segnali mi arrivano ovattati, incerti. Mi viene spontaneo di soffiarci sopra, mi capirete. E credo di aver scoperto, ora dopo tanti anni, il sapore della caramella. Perché io soffio e soffio, ma qualcosa non va per il verso giusto. Sento l’amaro della rabbia, il sale del pianto, e non sono questi i sapori a cui ero abituato. Sento il gusto acre della sconfitta, e non mi piace, sento il dolore e non riesco mai bene a capire che sapore abbia, sento il distacco, ed è strano, quasi metallico…
Ho bisogno di qualcuno che mi soffi sul cuore, ma che abbia la magia. Che sappia far tornare le cose al loro posto. Ho bisogno di te. Non so nemmeno chi sei, eppure mi manchi da morire. Ho bisogno di te e dei tuoi occhi bambini, della magia del tuo sguardo, ho bisogno delle tue mani, piccole e leggere, ho bisogno della tua bocca, dolce. Ho bisogno di te, che magari stai leggendo e ti sei ricordata dell’ultima volta che ti è caduto a terra qualcosa, e ci hai soffiato sopra. E poi era buono, non faceva male.
Ho bisogno di te che ora guardi da un’altra parte.
Ho bisogno di una tua lacrima, che mi lasci una traccia luminosa sul cuore.
(2003 su per giù)