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Ditate

XXIV

La tua bellezza non mi sfugge mai.
Sei come la libellula che azzurra
mi volteggia accanto, elegante
intoccabile.

Sulle tue labbra, dove sono incastonati
i miei desideri più puri;
sul tuo petto, dove suonano le mie mani
gli accordi più difficili;
tra i tuoi capelli, dove un dio beffardo
ha spezzettato e nascosto le parole che non riesco a dirti;
sul tuo profilo, di neve mai calpestata
vorrei trovare pace.

Ti muovi, sorgi e tramonti
attraversi il mio cielo
e il mio bisogno di te non conosce ombra.

Mi affaccio poi sulla tua notte, curioso
assetato
sfrontato mi prendo tutto il tempo
per ingannarmi da solo, dimenticarti
fingere che tu non esista
e stupirmi ancora di trovarti
in una nuova alba.

2 risposte su “XXIV”

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